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Piero della Francesca

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تم نشره في 2020/08/31

Piero della Francesca, (1420 ca-1492) fu l’artista che, nella seconda metà del XV secolo, maggiormente contribuì al perfezionamento della prospettiva nel campo della pittura, cercando al contempo le basi matematiche della bellezza. Tutta la sua opera può infatti essere considerata una ricerca delle giuste relazioni matematiche e geometriche per definire sia la corretta rappresentazione spaziale, sia la perfezione delle forme rappresentate. Originario di Borgo San Sepolcro in provincia di Arezzo, Piero dopo un primo apprendistato nella cittadina natale, si trasferì a Firenze dove giunse alla conoscenza della prospettiva, di cui ben presto divenne uno dei maggiori interpreti. Ma in Piero non è solo la prospettiva a connotare la sua opera. Questi aspetti teorici di Piero sono anche testimoniati da libri che egli scrisse nella maturità, soprattutto il De prospectiva pingendi, a dimostrare come ogni aspetto della realtà visibile risponda ad un rigoroso ordine matematico, ordine che è rivelazione della suprema armonia del creato. Ciò avviene anche quando rappresenta il corpo umano, e questa «interpretazione» geometrica del corpo viene accentuata dalla estrema levigatezza con la quale dipinge le epidermidi. In pratica i corpi di Piero sono l’opposto di quanto in seguito realizzerà Michelangelo. In quest’ultimo il corpo e la pelle si deformano per far apparire tutta l’anatomia muscolare che governa la struttura interiore dei corpi; Piero della Francesca ignora completamente l’interno del corpo, quasi fosse composto da un materiale unico ed omogeneo, per concentrarsi solo sull’aspetto esteriore di esso pensato come insieme di solidi geometrici e non come il risultato di una meccanica interiore. Il percorso artistico di Piero si mosse tra Firenze, Arezzo (dove realizzò uno dei suoi capolavori: «La leggenda della Vera Croce»), Ferrara e Urbino, dove fu chiamato ad operare da Federico di Montefeltro. Nella cittadina marchigiana, dove aveva sede in quegli anni una delle maggiori corti italiane, Piero venne a contatto con altri artisti europei. Questo contatto gli diede l’occasione di approfondire la conoscenza della luce e della sua rappresentazione pittorica.

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